Non è poi una tragedia perdere una settantina di milioni di pound, quando il tuo concorrente, si trova sui conti un macigno da 6 e passa miliardi di sterline. Se dunque Tesco (che ha registrato perdite di 6,4 miliardi si sterline) piange, Sainsbury’s non festeggia.
Anche la catena guidata da Mike Coupe annuncia perdite per l’anno fiscale chiuso il 14 marzo 2015: l’utile ante imposte (il pretax profit) è negativo per 72 milioni di sterline a fronte di un ebit di 898 milioni registrato l’anno precedente. Certo, stiamo parlando di quisquilie (o quasi) rispetto ai 6,4 miliardi di perdite accumulati dalla concorrente Tesco, ma anche per Sainsbury’s il risultato negativo è in larghissima parte dovuto a svalutazioni di punti di vendita progettati (e quindi stoppati) e altri oneri per complessivi 628 milioni di sterline.
Investimenti sui prezzi
Le vendite ammontano a 23,7 miliardi di sterline, -1,9% a parità (ma -0,7% compreso carburanti). Un calo quasi fisiologico, dovuto al difficile contesto economico nel quale si muovono i grandi retailer britannici: Sainsbury’s ha speso 50 milioni di sterline per abbassare i prezzi di 1.100 prodotti, e per l’anno 2015-2016 prevede ulteriori investimenti (150 milioni) diretti alla convenienza dell’assortimento.
Premium: la differenza si sente (anche sulle vendite)
Gli andamenti delle vendite variano a seconda delle linee: per esempio la gamma premium “Taste the Difference” è fra le più dinamiche per fatturato (+5%), e in generale le marche private, sulle quali Sainsbury’s investe molto anche in termini di qualità, danno buone soddisfazioni rispetto alla media totale del fatturato: ricordiamo che le “own labels” pesano per il 49% delle vendite di prodotti alimentari nei negozi Sainsbury’s.
L’on-line cresce poi a due cifre: +13%. Ancora meglio fanno i convenience store le cui vendite sono aumentate del 16%.
Inoltre, aggiunge Mike Coupe “negli ultimi dodici mesi sono andati particolarmente bene i servizi finanziari, l’abbigliamento e i prodotti di largo consumo: i margini per incrementare le nostre prestazioni commerciali ci sono e sono anche piuttosto diversificati”.
L’azienda si trova di fronte alla necessità di realizzare forti riduzioni nei costi operativi per i prossimi tre anni (oltre 500 milioni di sterline), un’esigenza già misurata nell’ultimo bilancio nel quale il “cost saving” sulla gestione caratteristica è ammontato a 140 milioni di sterline. Non si parla di tagli sul personale. Semmai di ridimensionamento delle nuove aperture, anche se, su questo fronte, Sainsbury’s non rimane ferma: nel 2014-2015 ha aperto 8 nuovi supermercati, ne ha ristrutturati 13, e ampliati cinque.